Un po’ di storia sul costume tradizionale
L’abbigliamento in uso nel passato veniva definito costume tradizionale. In particolar modo era utilizzato dalle popolazioni rurali e di montagna nella loro vita quotidiana, di lavoro e di festa. Da alcuni è definito costume popolare poiché indossato dai ceti popolari che non potendo seguire la moda si adattavano alla tradizione. Tuttavia i costumi tradizionali non erano mai banali, ma erano caratterizzati da ornamenti, colori e ricami, a volte molto curati. E’ del tutto naturale che anche i costumi tradizionali erano testimonianza della condizione sociale e civile di chi li indossava, della stessa comunità di appartenenza, della località in cui erano in uso e del gusto dell’epoca determinato da quel particolare ambiente.
La scarsità di disponibilità finanziarie non consentiva di acquistare stoffe e tessuti costosi, ma era la stessa economia locale a fornire l’occorrente ovvero la lana dei greggi, la canapa dei campi ed anche il lino da filare con i telai a mano piazzati nelle case, così da poter ottenere grosse tele e panno pesante indispensabili alle confezioni. Di questo ne parlano diffusamente Antonio Cesare Corti e Gabriella Ricetti Abramini nella ricerca “Costumi tradizionali del Mandamento di Morbegno” dalla quale traiamo numerosi spunti. “Il buon gusto, la grazia dei capi ed una finezza di lavoro decisamente singolare delle donne che realizzavano questi costumi sopperivano, nella maggior parte dei casi, all’aspetto piuttosto grezzo delle stoffe ed alla irrinunciabile praticità degli indumenti, cui si sacrificava un eleganza ritenuta superflua. “Per secoli questi costumi, le loro fogge e la ben determinata fattura locale, le cui origini si collocano presumibilmente sul finire del Medio Evo e il Rinascimento, si tramandarono di generazione in generazione. “Spesso il costume era l’unico vestito importante di chi lo portava e si usava per tutta una vita. Si riteneva un bene necessario da lasciare in eredità .” Purtroppo sono ben pochi i costumi rimasti e poiché veniva indossato e tramandato da genitori ai figli e così via, hanno subito il logorio dei decenni. Infatti molti dei costumi esistenti sono stati ricostruiti seguendo la memoria e il ricordo degli anziani e non sempre risultano per davvero attendibili. Alla fine dell’800 fino alla prima guerra mondiale i costumi tradizionali e tipici venivano ancora indossati per essere poi, negli anni successivi, venire gradualmente e per sempre abbandonati. ”
La decadenza dei costumi tradizionali fu soprattutto dovuta alle motivazioni stesse che, a loro tempo, ne determinarono l’origine:le condizioni economiche della popolazione, non più costretta a soggiacere a una misera ed esclusiva forma di produzione autarchica, i metodi di co0ltivazione, diversi e maggiormente remunerativi, con il conseguente abbandono dell’uso di filare e tessere artigianalmente lane e fibre di produzione locale; l’impiego di stoffe la cui produzione realizzata industrialmente ed ampiamente commercializzata ne rendeva prezzi accessibili;l’atavico particolarismo locale e regionale, che, grazie anche ai nuovi mezzi di trasporto e alla gran diffusione di quelli di comunicazione, finì con l’aprirsi ad una assai più ampia coscienza nazionale. Tutto questo influì sull’adesione dell’ambiente rurale a rinnovare forme di abbigliamento, più consone dei costumi tradizionali a una moda ormai considerata da seguire in considerazione dei tempi migliori e delle nuove necessità . “Quanto al fatto della mancata conservazione dei costumi bisogna riconoscere che purtroppo è una questione di povertà culturale. Bisogna tuttavia considerare che allora il vestito era un bene essenziale, che doveva essere recuperato per ricavarne altri indumenti:quando non serviva più in un modo veniva tagliato e trasformato in un altro capo utile. Per questa ragione, e per il fatto che non si gettava via niente, ma tutto finiva per l’essere trasformato per ragioni economiche, oggi questi vestiti originari sono pressoché introvabili e in alcuni casi scomparsi del tutto. “Attualmente dei costumi tradizionali è oramai rimasta soltanto la funzione simbolica: quella di indumenti caratteristici da indossare in particolari occasioni di folklore e turismo locale a testimonianza dell’attività , della comunità di appartenenza, del luogo d’origine e di un epoca specifica di chi li portava. Tutti aspetti molto importanti, sia dal punto di vista etnografico che storico, di una cultura popolare in cui si affondano le nostre radici più genuine”.
Il Gruppo Folk “i barilocc” nasce dall’esigenza di riportare oggi all’attenzione gli usi e i costumi esistenti nella comunità di Albaredo per San Marco. Una comunità di gente di vera montagna che con fatica ha strappato alla terra pertiche e pertiche di prati, maggenghi e alpeggi tale da consentire di sfamarsi, vivere ed abitare una vallata impegnativa. Una comunità che nei secoli ha costruito un proprio modo di vivere, di adattarsi, di lavorare lasciando testimonianze di notevole interesse. Insomma una comunità con una propria identità , un segno di civiltà , una cultura che non va abbandonata poiché l’abbandono finisce per diventare distacco. C’è bisogno oggi di scoprire le proprie radici e con lo sguardo al futuro le radici di appartenenza ci aiutano a capire l’importanza di tutelare la propria storia locale. Questo lo si fa anche con piccole cose. Il Gruppo Folk “i barilocc” ha l’ambizione non tanto di portare i costumi tradizionali in occasione di qualche festa o in qualche rappresentazione, ma di iniziare a scavare nella storia e cultura locale con lo scopo di raccogliere documentazione affinché le testimonianze orali e i segni concreti degli uomini non vadano per sempre dispersi.
Il costume tradizionale di Albaredo per San Marco
Il costume femminile
Il costume ha il vestito dal corpètt che è un tutt’uno con la sottana terminante con la balza. Il corpetto, senza maniche, è di lana color grigio verdognolo, a volte a quadrettino. Ha una profilatura grigia ed è’ foderato con tela di cotone.Si allaccia con un bottone su un’asola volante e con un gancetto. Attaccata al corpetto la sottana di canapa grigia o marrone, è abbondantemente ampia, molto arricciata attorno alla vita e pieghettata soprattutto dietro. La camicia bianca molto como0da, arriva alle ginocchia facendo anche da sottoveste. Ricami sul davanti e, talvolta, un elastico ai polsi. Il grembiule, piuttosto ampio, di color nero o grigio scuro con qualche fantasia floreale, solitamente di cotone con allaccio dietro. Sulle spalle uno scialle di lana fine, con fondo nero ravvivato da motivi floreali sul bordo e all’interno, è abbondantemente frangiato. Quando si andava in chiesa si portava sulla testa. Le calze nere arrivavano a metà coscia, trattenute da un elastico circolare. Erano confezionate con lana di casa filata, lavorata e tinta ed avevano il caratteristico scalfin bianco sostituibile per l’usura. Gli zoccoli di legno dalla tomaia nera tagliata in due, avevano la nastula nera allacciata a fiocco. Il Panèt del capo da annodare alla nuca era in lana con fondo nero e bordato da roselline e foglioline verdi con una piccola frangia grigia. Le donne di Albaredo usavano portare i bucui, orecchini piuttosto lunghi a rosa. Si pettinavano con la riga in mezzo e le trecce legate intorno alla testa. Non usavano nastri.
Il costume maschile
Il costume maschile era piuttosto semplice. La camicia di stoffa abbastanza pesante di color bianco panna sopra la quale veniva indossato un panciotto, di panno pesante color marrone scuro. Si allacciava con bottoni ed aveva due taschini laterali. Chi aveva la possibilità utilizzava uno dei taschini per mettervi l’orologio. I calzoni, solitamente in panno marrone scuro uguali al panciotto arrivavano fin sotto il ginocchio con un allaccio. I calzettoni di lana grezza erano di color scuro, solitamente grigi o marroni, così come per quelli femminili avevano anch’essi lo scalfin bianco. Ai piedi avevano gli zoccoli con la patula scura. D’inverno portavano gli zoccoli ferrati. Il cappello di panno color nero con la tesa larga veniva indossato di traverso. Nelle cerimonie alcuni mettevano sotto il panciotto la fascia alla vita, il colore variava dal verde scuro alo grigio.
Il Gruppo Folk “i barilocc”
Ne fanno parte una ventina di persone di entrambe i sessi e delle varie età Presidente del Gruppo Monica Mazzoni, Vicepresidente Adriano Ravelli
I primi due articoli dell’associazione folkloristica
Art.1 – Denominazione, sede, colori e costume tipico
È costituita l’Associazione denominata Gruppo Folk “i barilocc”. L’Associazione ha sede in Albaredo per San Marco, è volontaria e non ha scopo di lucro, ed ha durata illimitata. I colori dell’Associazione sono il verde e il bianco. Il costume tipico è quello tradizionale della gente di Albaredo per San Marco come da fotografia e descrizione allegata al presente Statuto.
Art. 2 – Scopo
1. L’associazione è apolitica e apartitica e non ha scopo di lucro. Essa ha per finalità la ricerca, e la valorizzazioni delle tradizioni di Albaredo per San Marco, in riferimento alla storia e alla cultura materiale. Per il miglior raggiungimento degli scopi sociali, l’associazione potrà , tra l’altro svolgere attività di promozione e commercializzazione compatibili alle proprie finalità . 2. L’associazione è caratterizzata altresì dalla democraticità dell’organizzazione, dell’elettività e gratuità delle cariche associative e dalle prestazioni fornite dagli associati; si deve avvalere prevalentemente di prestazioni volontarie, personali e gratuite dei propri aderenti. 3. L’associazione può aderire a Federazioni nazionali o similari accettandone i regolamenti e gli statuti, a enti di promozione culturale in coerenza con gli obiettivi sociali.
Barilocc è l’espressione dialettale di abitanti di albaredo.
Pagina aggiornata il 03/07/2023